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A parere di una parte della comunità medico-scientifica internazionale, allo scopo di affrontare il disagio provocato al minore dalla c.d. ?disforia di genere?, viene ritenuto utile l?impiego del farmaco contenente il principio attivo ?triptorelina?, per arrestare, durante la fase puberale, lo sviluppo dei caratteri primari e secondari del sesso assegnato al momento della nascita. Ciò, al fine di consentire al minore di acquisire la piena consapevolezza circa la reale appartenenza al genere, che viene percepito come proprio, nonché di agevolare l?eventuale compimento del processo di transizione. L?arresto della pubertà causa, da un lato, la mancata verifica circa la probabile scomparsa della disforia di genere e, dall?altro, l?impedimento del completo sviluppo dei caratteri sessuali, implicando la lesione del diritto all?autodeterminazione del minore. Questo, sia in presenza di un?informazione adeguata e completa (quindi sufficiente) sia in assenza della stessa, nel contesto del consenso informato espresso dai genitori o dal tutore.
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